1. Non sia turbato il vostro cuore
Questa domenica sembra proprio che le parole di Gesù siano una risposta alle tante domande che affiorano nel nostro cuore in questi giorni. Viviamo in mezzo alla pandemia, oppure nella "cultura della pandemia", come qualcuno ha scritto. Forse non abbiamo parole per esprimere tutte le nostre preoccupazioni e i nostri dubbi, ma il maestro sa arrivare dritto al punto: “Non sia turbato il vostro cuore”. Non abbiate paura!
Ci dà una grande pace ripetere queste parole di Gesù. Lui è sempre presente nella storia del mondo, della Chiesa, nella nostra storia personale.
Lui non ci chiede di essere sempre all'altezza di tutto: pronti, competenti e combattivi. Il maestro non ci chiede di essere i migliori, semplicemente ci chiede di fidarci di lui e di vivere nella pace.
«Le parole cariche di promessa e di consolazione che ci consegna il Vangelo sono preziose, nel dolore dei giorni che stiamo vivendo. Davanti allo smarrimento di tanti, e anche nostro, diventa importante sentirci dire che c’è una via sicura, buona, affidabile» (CEI).
2. Via, verità e vita
Dopo essersi presentato, domenica scorsa, come la «porta» attraverso cui passare per essere salvi e trovare pascolo (Gv 10,9), il Signore Gesù, nel vangelo di oggi, dichiara di essere anche la «via», il cammino indispensabile per accedere alla «verità» del Padre ed entrare così nella vera «vita» dei figli di Dio.
Durante tutta la nostra esistenza abbiamo conosciuto molte strade, alcune strette altre larghe, strade che ci hanno portato al seminario, alla nostra casa di famiglia, all'incontro degli amici, al nostro ministero sacerdotale. Altre volte abbiamo fatto l'esperienza di cammini che ci hanno condotto al peccato, all'insoddisfazione, alla ribellione interiore. Il pellegrino è colui che parte in direzione a una meta. In questo tempo di Pasqua gli Atti degli Apostoli ci trasmettono la esperienza di una Chiesa nuova, cioè, gli apostoli che, spinti dallo Spirito Santo, percorsero strade sconosciute, affinché il vangelo e la persona di Gesù fossero annunziati. Noi siamo dei pellegrini che imitando gli apostoli, guardano lontano e non si stancano di presentare Gesù come il salvatore del mondo.
«Gesù non ha detto di essere la meta e il punto di arrivo, ma la strada, il punto di movimento, il viaggio che fa alzare le vite, perché non restino a terra, non si arrendano e vedano che un primo passo è sempre possibile, in qualsiasi situazione si trovino. Alla base della civiltà occidentale la storia e il mito hanno posto due viaggi ispiratori: quello di Ulisse e del suo avventuroso ritorno a Itaca, il cui simbolo è un cerchio; il viaggio di Abramo, che parte per non più ritornare, il cui simbolo è una freccia. Gesù è via che si pone dalla parte della freccia, a significare non il semplice ritorno a casa, ma un viaggio in-finito, verso cieli nuovi e terra nuova, verso un futuro da creare» (P. Ermes Maria Ronchi).
La verità è Gesù. Non dice “io conosco” la verità e la insegno, ma io "sono" la verità. Pilato ebbe difficoltà nel capire la verità. La storia è piena di cristiani che accettarono la verità divina e perciò furono perseguitati e martirizzati fino alla morte. Altri sono deboli e non sono capaci di seguire la verità, anzi scelgono delle dottrine e teorie (le scienze umane) che apparentemente sono cariche di felicità, ma che non riempiscono i cuori. Altri cercano di portare avanti la loro croce nella società, nella Chiesa, in famiglia. La domanda va fatta dentro del nostro intimo: Gesù è la verità del mio sacerdozio, della mia consacrazione religiosa? Cerco di illuminare la vita delle persone con la Verità oppure ho paura di essere criticato e disprezzato? Il mondo ha bisogno di sacerdoti che, animati dalla Parola, dai sacramenti e dalla preghiera, portano agli altri la gioia della salvezza.
La vita è Gesù. Nell'Enciclica "Evangelium Vitae", San Giovanni Paolo II ci offre delle profonde riflessioni sulla vita e il suo significato. «Il Vangelo della vita sta al cuore del messaggio di Gesù. Accolto dalla Chiesa ogni giorno con amore, esso va annunciato con coraggiosa fedeltà come buona novella agli uomini di ogni epoca e cultura. (...) Presentando il nucleo centrale della sua missione redentrice, Gesù dice: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10). In verità, Egli si riferisce a quella vita «nuova» ed «eterna», che consiste nella comunione con il Padre, a cui ogni uomo è gratuitamente chiamato nel Figlio per opera dello Spirito Santificatore. Ma proprio in tale «vita» acquistano pieno significato tutti gli aspetti e i momenti della vita dell’uomo» (n.1). «L’uomo è chiamato a una pienezza di vita che va ben oltre le dimensioni della sua esistenza terrena, poiché consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio» (n.2).
La vita (biologica, spirituale) è un dono che viene da Dio. E in questo tempo di pandemia, abbiamo visto il panorama degli ospedali, la lotta contro il vírus, la dedicazione dei professionisti, il pianto delle famiglie, le statistiche dei morti e dei guariti, la preoccupazione delle autorità. E noi, forse pieni di paura! Ringraziamo il Signore per il dono della vita, della salute, della comunità, della amicizia che è sorta con più intensità in questo tempo di clausura!
In questo mese di maggio, imitiamo la Vergine Santissima, modello di fede e di obbedienza a Dio, Colei che ha generato la via, la verità e la vita. Chiediamo la sua protezione per tutta l'umanità in questo momento difficile, Ella ci guarda e accompagna nel cammino verso il suo Figlio.
Sia lodato Gesù Cristo!
Pe. Saturino Gomes, scj (Dirretore Spirituale nel Collegio)