1. HOMILIA NA FESTA DE NOSSA SENHORA DE FÁTIMA
“Donna, ecco il tuo figlio! Ecco la tua madre!”
Ap 21, 1-5; Gdt 13, 18-19; Gv 19, 25-27
1. La Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato, ci porta, con il cuore e la mente, al Calvario, al luogo della crocifissione. Dove sono la maggior parte degli Apostoli? Dove sono quei 72 discepoli che il Signore ha inviato da tutte le parti, qualche tempo prima? Dove sono i guariti dai miracoli del Signore durante il suo ministero? Non sappiamo dove siano, ma sappiamo che non stanno vicino alla croce nel momento in cui Gesù sta per consegnare nelle mani del Padre il Suo spirito.
Il nostro Dio ha permesso che, tutti noi, attraversassimo un già lungo periodo di sofferenza, di “passione”. Forse abbiamo sentito la forte tentazione di abbandonare la croce, di fuggire, di scappare anche noi. Ma, ecco, il Signore è alla nostra porta e bussa: è Lui ad invitare ognuno di noi a prendere la nostra croce, ogni giorno, ed a seguirLo (cf. Mt 10, 34-36). È Lui che ci invita a profittare di questo tempo, di questa opportunità, non per vivere in un continuo stato di fugga da noi stessi, ma per unirci più profondamente alla Sua Passione, Morte e Risurrezione. Bisogna non abbandonare il Signore, ma dobbiamo profittare, ogni giorno, per assumere le nostre sofferenze e per offrirle a Lui e, così, troveremo più forza, più speranza e, sicuramente, un rinnovato senso del nostro sacerdozio. Dio stesso tergerà ogni lacrima dai nostri occhi, come abbiamo ascoltato nella prima lettura.
2. Presso la croce di Gesù, troviamo la Sua Madre. E Gesù la consegna al discepolo, del quale, però, non si fa il nome esplicitamente. E poi, consegna il discepolo alla madre. “E da quel momento, il discepolo la prese nella sua casa.” Quale è questa casa? Innanzitutto, il discepolo l’ha ricevuta nel suo cuore, nella sua vita, nella sua esistenza. È lo stesso invito che il Signore, oggi, nel giorno in cui celebriamo la Festa della Madonna di Fatima, rivolge ad ognuno di noi.
Tutti siamo stati inviati a Roma per continuare la nostra formazione accademica. Quello che il Signore, i nostri Superiori, si aspettano da ognuno di noi, è che profittiamo il nostro tempo per acquistare una solida e profonda formazione. Ma, in questa Festa, ricordiamo come Dio, e, in certa misura, la Madonna, abbiano una speciale predilezione, non tanto per i dottori, ma soprattutto per i bambini, per i semplici.
Quindi, diventa una sfida avere una profonda formazione nelle diverse scienze ma, allo stesso tempo, mantenere la semplicità dei bambini nel nostro rapporto con il Signore. Ma ecco, se riusciamo ad essere semplici e sinceri, si udirà la stessa voce che abbiamo ascoltato nella prima lettura: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini!”, perché il Signore troverà in noi un cuore disposto a riconoscere che tutta la sapienza di questo mondo solo è vera sapienza quando è impregnata dall’amore di Dio.
Accogliere la Madre del Signore nella nostra casa è, anche, accogliere le semplici preghiere mariane di ogni giorno: l’offerta della propria vita a Dio attraverso la consacrazione alla Santissima Vergine Maria; la preghiera giornaliera del Rosario, come ha chiesto la Madonna ai Pastorelli a Fatima; la preghiera dell’Angelus o del Regina caeli a mezzogiorno. Tutte queste possono essere manifestazioni concrete di questo ricevere la Madonna nella nostra casa.
3. Al termine della nostra celebrazione, faremo un atto di affidamento, di fiducia, di consacrazione alla Madonna. A Colei che è la figlia di Dio, la Madre di Gesù, la sposa dello Spirito Santo e la Signora più luminosa del sole eleviamo le nostre voci e le chiediamo che protegga il Collegio, tutti noi, le Suore, le nostre Diocesi, le nostre famiglie, i nostri benefattori e tutti coloro che portiamo nel nostro cuore.
P. José Alfredo Patrício (Reitor)
2. ORAÇÃO DE INTERCESSÃO A NOSSA SENHORA
Salve, ó cheia de graça!
Bendita sejas tu entre as mulheres!
E feliz és tu, Maria, porque acreditaste!
Se a vida começa num seio materno,
só o colo que acolheu o Salvador
é a universidade onde se aprende a ciência do amor puro.
Tens filhos que te conhecem
e tens filhos que nem sabem quem és,
mas a todos amas por igual,
porque és única: és a Mãe!
Se qualquer vida cresce
como uma trança entre o lado espiritual e o lado material,
por ti aprendemos que é sempre o Espírito
quem deve orientar a matéria.
A santidade não é uma utopia cristã,
mas um caminho guiado pela esperança
que nos desafia a imitar-te,
porque és única: és a Virgem!
Se em toda a vida o pecado fragiliza a fé,
tu fragilizaste o pecado com a tua simples fé.
Não adianta ser membro do Povo de Deus,
se depois desejamos ser o Deus do Povo,
pecado que tu nunca cometeste,
porque és única: és a Imaculada!
E se nenhuma vida termina com a morte,
apenas por ti sabemos que o paraíso não é uma mera promessa,
mas a promessa concretizada para todos nós,
porque és única: foste elevada ao céu!
E porque tu és única,
hoje te pedimos neste tempo de pandemia:
como em Caná da Galileia, sussurra ao ouvido do teu Filho
que as nossas vasilhas se esvaziaram com o desânimo
e precisam ser enchidas com o Seu amor;
que as nossas vasilhas se fragilizaram com as dúvidas
e precisam ser fortalecidas com a fé;
e que as nossas vasilhas se banharam com as lágrimas
e precisam ser renovadas pela esperança.
Te pedimos somente a Ti:
Porque és filha de Deus!
Porque és a mãe do Filho!
Porque és a esposa do Espírito Santo!
E, como os pastorinhos de Fátima nos descrevem,
porque és a Senhora mais brilhante que o sol!
Pe. José Miguel (Diocese de Braga)