Un fuoco che illumina e purifica

Un fuoco che illumina e purifica

Omelia: Pe. Nuno da Silva Gonçalves, sj :: 22 ottobre 2015

“Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”.  Con queste parole, termina il brano della lettera di san Paolo ai Romani che abbiamo letto.  Chi accetta il dono di Dio che è la vita eterna in Cristo Gesù lo accetta oggi; lo accetta e lo vive già durante la vita terrena, pur sapendo che il pieno compimento di un tale dono non si vive su questa terra. 

Nelle parole di Paolo, chi accetta il dono della vita eterna si mette a servizio della giustizia, per la santificazione.  Una vera accettazione di questo dono, nell’oggi che si prolunga per sempre, ha delle conseguenze ben concrete nella vita di ognuno di noi.  La speranza di accogliere nel futuro, in pienezza, il dono della vita eterna, non può non trasformare la vita presente.  Come si potrebbe vivere nella speranza di una fratellanza piena in cielo senza cercare di viverla nel presente? Come si potrebbe vivere nella speranza di una piena giustizia in cielo senza cercare di attuarla nell’oggi delle nostre vite?  Crediamo nella fratellanza, nella giustizia e nella santificazione da vivere nell’oggi benché in un modo ancora incompiuto. 

Il traguardo del peccato, scrive san Paolo, è la morte.  Invece, il traguardo della giustizia e della santificazione è la vita eterna.  Viviamo nella speranza di questo traguardo e non possiamo non manifestarlo nella vita di ogni giorno.  Dio ha l’ultima parola e quest’ultima parola è già stata detta in Cristo Gesù.  Quest’ultima parola la celebriamo e la condividiamo perché la schiavitù del peccato è già stata sconfitta.

“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra” – dice il Signore nel vangelo di oggi.  È un fuoco che illumina e purifica; un fuoco che porta chiarezza.  Alle volte una chiarezza che mostra le false sintonie oppure le situazioni di pace superficiale basate sulla menzogna e l’ipocrisia. 

Il Signore è il principe della pace ma non di una pace basata sulla menzogna o la falsità.  Il Signore quando prega “che tutti siano una sola cosa” non vuole un’unità qualsiasi.  Vuole un’unità d’intenti e di missione.

Il Signore non fa un appello alla divisione, alla contrapposizione o al conflitto, nelle famiglie o in altri gruppi.  Fa un appello alla verità, all’autenticità, alla condivisione di un progetto.  E quale progetto vale la pena di condividere?  Vale la pena di condividere un progetto di vita in cui il fuoco dello Spirito Santo guida, illumina e purifica.   Un progetto in cui la pace fondata sulla giustizia e sullo sviluppo possa essere voluta e vissuta da tutti. 

Chiediamo al Signore, oggi, il dono della speranza.  Chi riceve il dono della vita eterna, lo accoglie, lo fa crescere e lo manifesta in una vita piena già su questa terra.  E chi riceve il fuoco dello Spirito Santo sa dove trovare sostegno per vivere in questo modo.