Omelia: Pe. Nuno da Silva Gonçalves, sj. :: 21 maggio 2015
L´Ascensione, che abbiamo celebrato domenica scorsa, ci indica il cammino della missione e della testimonianza. “Perché state a guardare il cielo?” Questo rimprovero, ascoltato dai discepoli subito dopo l’Ascensione, è l’indicazione della missione da compiere e della testimonianza da offrire. Dopo l’Ascensione, il mondo aveva bisogno dell’impegno dei discepoli. È vero che dovevano vivere nella speranza di seguire Gesù in cielo; nel frattempo, però, dovevano coinvolgersi nelle realtà di questo mondo, essere luce e sale della terra.
“È necessario che tu dia testimonianza anche a Roma” – dice il Signore a Paolo, annunciandogli quella che sarebbe l’ultima tappa dei suoi viaggi missionari. L’appello della testimonianza a Roma, mentre ci siamo, è rivolto anche a noi. Il nostro tempo, quello della Chiesa terrestre, è il tempo della testimonianza, cioè, del martirio. In che modo ascoltiamo e viviamo quest’appello potrebbe essere una domanda da farci oggi nella scia dell’esempio di san Paolo.
Nel Vangelo, il Signore prega per noi e testimonia la sua passione per l’unità. Siamo sicuri che il Signore pregava per noi e che già ci aveva presenti quando dice, rivolgendosi al Padre: “Prego per quelli che crederanno in me mediante la loro parola”. Con i nostri limiti e debolezze, noi crediamo nel Signore mediante la parola degli apostoli. Siamo, perciò, pienamente presenti nella preghiera di Gesù che ci incoraggia e da forza.
Dall’altra parte, la passione per l’unità è al centro del brano del vangelo di oggi. “Tutti siano una sola cosa”. Il modello di quest’unità è chiaramente l’unità tra il Figlio e il Padre. L’unità, però, non è fine a se stessa; l’unità è condizione affinché il mondo creda. Inoltre è un’unità che scaturisce dall’amore: “L’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro” – ecco, di nuovo, la preghiera di Gesù che così ci rivela la sua intimità con il Padre.
L’ultima tappa del mistero pasquale la celebreremo domenica prossima con la Pentecoste. Perciò, con l’apertura a ricevere la forza dello Spirito che ci rende capaci di testimoniare nell’unità, ripetiamo le parole della colletta di oggi: “Venga, o Padre, il tuo Spirito e ci trasformi interiormente con i suoi doni; crei in noi un cuore nuovo; perché possiamo piacere a te e cooperare al tuo disegno di salvezza”.