Fermare lo scandalo e ritrovare il sapore

Fermare lo scandalo e ritrovare il sapore

 

 

 

 

OMELIA - 23 febbraio 2017

Letture: Sir 5,1-10; Sal 1; Mc 9,41-50

 

Si avvicinano i giorni di Carnevale. Le letture che appena abbiamo sentito non sono un scherzo di Carnevale, ma un invito forte alla conversione. Le parole che appena abbiamo sentito sono parole esigenti, è vero, perché il Signore è venuto a instaurare un stilo di vita che richiede una radicalità nelle nostre scelte. È vero: siamo stati batezzati nel suo nome, siamo suoi discepoli e servitori della Sua parola come sacerdoti... ma manca una certa radicalità nella nostra vita. Manca quello che darebbe sapore alla vita: “Abbiate sale in voi stessi!”

Il Vangelo utilizza una parola che tanti considerano absoleta e innocua. In una società dove tutto è permesso, non c’è più posto per il scandalo. “Scandalizzare” vuole dire “far inciampare”, far cadere. Nella Scrittura si indica col termine “scandalo” tutti ciò che è di ostacolo agli altri sulla via del bene. Impedire gli altri di conoscere il bene vuol dire dunque chiudere la porta alla conoscenza del Signore, fonte del bene e dell’amore. Per questo lo scandalo è grave.

Viviamo nella Chiesa tempi difficili. Anche nei “sacri palazzi” accadono cose non raccomandabili, che spaventano i piccoli.  Pare che il timore del Signore è sparito nei cuori di tanti credenti, ministri del Signore, teste mitrate e cosi via.

Gesù giunge a dire nel Vangelo di oggi che sarebbe meglio per quelli all’origine dello scandalo, mettersi una macina d’asino al collo e gettarsi in mare. È veramente di spaventarsi... Noi abbiamo difficoltà di cambiare qualcosa nella nostra vita e nei nostri abiti. Per questo lasciamo la nostra conversione per il giorno dopo domani. Alcuni per il giorno di San Mai nel tardo pommerigio... Per il giorno di “São Nunca à tarde”, come si dice nel Portogallo. Ma la vita cristiana è conversione, rinuncia al peccato, separazione di tutto quello che scandalizza i frateli sopratutto i più piccoli.

Gesù parla anche di tagliare una mano o un piede...si questi sono motivo di scandalo. Chi può capire oggi questo linguaggio?  Se trata de capire che lo stile di vita cristiana richiede una radicalità nelle nostre scelte. Non possiamo essere di intralcio a nessuno sulla via dell’amore. Nel vangelo si chiede una certa severità con noi stessi. Oggi nella proclamazione della parola questo viene dimenticato. In genere  siamo duri con gli altri ed indulgenti con noi stessi. Siamo pronti ad accusare gli altri e più che solleciti a scusare i nostri errori; pronti a vedere la pagliuzza nell’ochio dell’altro e a non riconoscere la trave che è nel nostro.

Il Vangelo finisce con una affermazione molto sfidante. “Abbiate sale in voi stessi!” Mi domando: cosa significa per me avere sale in me stesso... In oltre parole: la mia presenza in mezzo ai miei studenti fa qualche differenza? Sono segno della bontà e compassione del Signore? La mia vita è una predica silenziosa e discreta? Cerco di essere un Vangelo vivo per tutti quanti si avvicinano a  me? Queste sono le domande che decidono sulla qualità della mia vita cristiana e sacerdotale. Purtroppo non sempre la risposta è quella adecuata, evangelica, giusta. Alcune volte le mie scelte scandalizzano i miei fratelli. Mi conforta sapere che sono un peccatore perdonato, amato da Dio e sempre in cammino di conversione. Mi rallegro sapere che si avvicina la Quaresima e il Signore mi offre - offre alla sua Chiesa - un tempo di grazia e perdono. Chediamo al Signore che il desiderio di conversione non si spegna mai nel nostro cuore. Solo così si conserva il sapore del Vangelo.

 

             P. Jorge Fernandes