Domenica delle Palme (2020)

Domenica delle Palme (2020)

Cari amici:

oggi celebriamo il bellissimo accoglimento che Gerusalemme offri a Gesù: appena arrivato nella città Santa, Egli entra lì seduto su un umile puledro. È un testo che compie la profezia di Zacaria 9, 9, l’arrivo del re umile. La moltitudine lo saluta entusiastica: sembrerebbe che il Messia avesse un lungo e felice futuro tra di loro ma, dopo tutta questa gioia, tutto cambierà. Per quale motivo le cose sono andate così?

      Anche noi, in queste ultime settimane abbiamo provato il paradosso della vita: all’improvviso abbiamo dovuto restare a casa, impauriti da un nemico invisibile, minacciati di morte se usciamo da casa. Ma, a questo cambio negativo, si sono aggiunti subito altri, positivi: a casa, abbiamo avuto opportunità di vederci e parlarci più vicino, più lungamente. Abbiamo iniziato a parlare più spesso con la nostra famiglia e amici che stanno lontano: più video chiamate, più messaggi su WhatsApp e simili. E certamente abbiamo pregato con più sentimento.

      Ci siamo ancora confrontando con il potere distruttivo del virus: persone anziane, adulti, giovani e anche bambini che muoiono. I centri di salute e ospedali affollati, medici e infermieri contagiati, decessi anche molti di loro. Il dolore delle famiglie che non possono dire un addio ai suoi cari che, adesso la parola non è più soltanto una metafora della morte, sono scomparsi.

      Secondo alcune voci, Dio non c’entra perché ci sta la scienza che lo sostituisce e lo rende anzi inutile. Gli esseri umani allora, combattono da soli. È proprio in questo contesto che la preghiera di Gesù diventa più attuale: “Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!” (Mt 26, 39). La parola greca per possibile è “dunatós”, della stessa radice di “dúnamis”, forza, potere.

      Il Maestro aveva già assicurato i suoi discepoli che “tutto è possibile presso Dio”: Egli ha il potere per salvare tutti, per colmare ciò che non è possibile solo dalle loro forze e capacità. Dio ha dunque il potere di fare miracoli ma, Gesù lo rende esplicito nella sua preghiera, il più grande miracolo è la fiducia totale in Lui. Quella fiducia che di solito chiamiamo fede: infatti, fiducia e fede sono la stessa parola in greco (pistis).

      La fiducia di Gesù lo fa dichiarare la sua volontà di fronte agli eventi che stanno per avere luogo: Egli vorrebbe essere libero ma sa nel suo intimo che l’obbedienza è la forma più alta di libertà. Come possiamo noi applicare questo nella nostra vita in questi giorni? Il primo passo è di cercare di fare il bene agli altri, perché Dio non ha chiesto a suo figlio di dimostrare il suo potere, no: la missione era di presentarsi senza nessun potere, e di non salvare nemmeno sé stesso.

      Si dimentica spesso la forza di queste parole, ma sono la prova che Gesù è andato contro la sua stessa volontà, rischiando di perdere tutto e sparire per sempre. La sua fiducia ha visto oltre i discepoli egoisti e le autorità che lo volevano distruggere, la vita che non avrebbe più. Egli non cercava la sua comodità o la gloria nazionale del Messia aspettato. Anche se sapeva di tornare al Padre, il suo dolore fisico e psicologico era autentico.

      Nella storia della umanità, possiamo ricordare il caso di un attore della Grecia classica, Polo, che aveva perso il suo figlio molto amato. Quando ritornò al lavoro, doveva recitare una tragedia in cui il suo personaggio, Elettra, piangeva la morte di suo fratello, Oreste. Era previsto che la rappresentazione includesse l’urna con le ossa del morto. Ecco la descrizione di come Polo ha proceduto:

“Polo, indossata la veste di luto di Elettra, prese dal sepolcro le ossa e l’urna del figlio e, abbracciandola come se fosse quella di Oreste, riempì ogni cosa non con rappresentazioni né con imitazioni, ma con dolore, lamenti e sospiri veri. Dunque mentre sembrava che venisse recitata una tragedia, fu portato in scena il dolore.” Aulo Gellio, Notte Attiche, Libro VI, V.

In questa eucaristia, offriamo a Dio la nostra preghiera sincera per i sofferenti e i martiri di oggi. Ma offriamo anche a Dio la nostra fiducia senza limiti nella sua volontà.

 

Pe. Teodoro Medeiros