Chi sono io, Signore Dio, perché tu mi abbia condotto fin qui?

Chi sono io, Signore Dio, perché tu mi abbia condotto fin qui?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Omelia:: 28 gennaio 2016

Letture: 2Sam 7,18-19.24-29; Sal.131; Mc 4,21-25

        

 

“Chi sono io, Signore Dio, e che cos’è la mia casa, perché tu mi abbia condotto fin qui?”  Con queste parole, il re Davide manifesta a Dio, con umiltà, la sua riconoscenza e gratitudine.  Riconoscenza e gratitudine perché il Signore gli aveva promesso che il suo trono sarebbe “reso stabile per sempre”, come gli aveva appena annunziato il profeta Natan. 

Davide sapeva bene che tutto gli era stato donato da Dio e che non si era meritato nulla. Lo riconosce con gratitudine, loda il Signore e, con grande fiducia, vuole continuare ad accogliere i suoi doni; innanzitutto, il dono della benedizione divina affinché la sua casa, la sua discendenza, potesse rimanere sempre fedele.  Essere  “sempre dinanzi a te”, nelle parole di Davide riferendosi a questa vicinanza fedele, nutrita ogni giorno dalla gratitudine e dalla preghiera.

La consapevolezza di essere sempre davanti al Signore, manifestandogli gratitudine per i tanti doni, passati, presenti e futuri, ecco ciò che possiamo imparare oggi da Davide, ripetendo con lui: “Chi sono io, Signore Dio, perché tu mi abbia condotto fin qui?”.  Sei stato proprio tu, Signore, a guidare il mio percorso! In fondo, si tratta di vivere nella verità, nella trasparenza, nell’accoglienza, nella luce. 

Appunto di questa luce ci parla oggi il vangelo.  Una luce da collocare sul lucerniere per illuminare e indicare la strada.  Una luce che garantisce la trasparenza, l’equità, davanti alla quale non c’è niente da nascondere: “tutto sarà messo in luce”, dice Gesù, come chi avverte che, per Dio, non c’è nulla di segreto.

Il vangelo è luce, non è un mistero nascosto, riservato a degli iniziati scelti.  Il vangelo, pur essendo un mistero da accogliere e da approfondire, è sempre una luce per guidarci, una lampada da mettere sul lucerniere e alla quale fare avvicinare gli altri.

S. Tommaso d’Aquino, che oggi ricordiamo, ha avuto proprio il senso del cristianesimo come un mistero da accogliere e da approfondire.  Attraverso la sua vita, i suoi studi e il suo insegnamento, si è lasciato guidare dalla luce del vangelo, l’ha approfondita e l’ha portata agli altri.  Seguiamo anche noi il suo esempio, chiedendo al Signore la docilità per continuare a lasciarci condurre da lui, con la stessa riconoscenza e gratitudine del re Davide.

                                     

Nuno da Silva Gonçalves S.J.