Chi è mai questo uomo?

Chi è mai questo uomo?

Pontificio Collegio Portoghese

OMELIA – 28 settembre 2017

LETTURE: Ag 1, 1-8; Sal.149; Lc 9, 7-9

 

1. Dio in mezzo al suo popolo

 

«Chiuso il libro di Esdra, apriamo quello del profeta Aggeo. Passiamo non soltanto da un libro all'altro, ma dagli scritti ai profeti. Di fatto, però, restiamo dentro lo stesso orizzonte storico-esistenziale, quello del ritorno degli esiliati. Se nei giorni scorsi, in Esdra, abbiamo potuto leggere del tempio già ricostruito e della celebrazione della sua dedicazione, Aggeo ci riporta indietro, agli anni che precedono la conclusione dei lavori. La datazione con cui il rotolo d'Aggeo si apre è precisa, siamo nell'agosto-settembre del 520 a. C. (la dedicazione del tempio avviene invece qualche anno dopo, nel 515). (...) Ciò che Aggeo desidera svelare agli occhi dei suoi compatrioti, è proprio la parzialità e l'incompiutezza del loro lavoro. Possiamo compiere le medesime attività, ma farle rimanendo in relazione con Dio, oppure senza curarci di lui e non è la stessa cosa. C'è una differenza, non perché il Signore aiuti la fatica degli uni o si diverta a seminare intralci in quella degli altri, ma perché è diverso il nostro agire se si apre ad un orizzonte trascendente, o se invece rimane chiuso nelle proprie vedute» (Messa e Preghiera Quotidiana, settembre 2017, EDB, pp.293-294, 295).

 La casa di Dio in mezzo a noi aiuta a costruire una relazione di stampo diverso, infatti, ci sentiamo, così più sicuri e solidali gli uni con gli altri.

 

2. Chi è mai quest'uomo?

 

Il vangelo d’oggi presenta la reazione d’Erode alla predicazione di Gesù. Erode non sa come porsi davanti a Gesù. Aveva ucciso Giovanni Battista ed ora vuole vedere Gesù da vicino. L’orizzonte sembra minacciato.

Il testo inizia con l’esposizione delle opinioni della gente e d’Erode su Gesù. Alcuni associavano Gesù a Giovanni Battista e ad Elia. Altri lo identificavano con un Profeta, vale a dire con una persona che parla in nome di Dio, che ha il coraggio di denunciare le ingiustizie dei poderosi e che sa animare la speranza dei piccoli. E’ il profeta annunciato nell’Antico Testamento come un nuovo Mosè (Dt 18,15). Sono le stesse opinioni che Gesù stesso raccoglie dai discepoli quando domanda:"Chi sono io secondo la gente?” (Lc 9,18). Le persone cercavano di capire Gesù partendo da cose che loro conoscevano, pensavano e speravano. Cercavano di inquadrarlo nei criteri familiari dell’Antico Testamento con le sue profezie e speranza, e nella Tradizione degli Antichi con le loro leggi. Gesù non vi entrava, lui era più grande!

Erode vuole vedere Gesù. Ma Erode diceva “Giovanni l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?” E cercava di vederlo. Erode, uomo superstizioso e senza scrupoli, riconosce d’essere lui l’assassino di Giovanni Battista. Ora vuole vedere Gesù. In questo modo Luca suggerisce che le minacce incominciano a spuntare sull’orizzonte della predicazione di Gesù. Erode non ha avuto paura di uccidere Giovanni. Non avrà paura di uccidere Gesù. D’altro canto, Gesù, non ha paura d’Erode. Quando gli dissero che Erode cercava di prenderlo per ucciderlo, gli mandò a dire: “Andate a dire a quella volpe: ecco io scaccio i demoni e compio guarigioni oggi e domani; ed il terzo giorno avrò finito” (Lc 13,32). Erode non ha potere su Gesù. Quando nell’ora della passione, Pilato manda Gesù ad essere giudicato da Erode, Gesù non risponde nulla (Lc 23,9). Erode non merita risposta.

Chi è mai quest'uomo? Ancora oggi, dopo duemila anni di fatiche e d’emozioni, il Nazareno fa discutere di sé: chi è mai quest'uomo? Un esaltato? Un folle? Un profeta? Un idealista? Gesù scuote, inquieta, smuove, emoziona, fa rabbrividire. È e resta un mistero per i potenti d’ogni tempo che tentano di eliminarlo o di imitarlo o di blandirlo. Ma Gesù, libero, forte, presente, ancora accompagna i suoi discepoli. I regni crollano, i potenti scompaiono, la Storia, la gran mietitrice, tutta livella, tutto scompone. Ma Gesù, intatto, resta. E noi con lui.

E noi, da che parte ci schieriamo? Dalla parte di Dio o della logica di questo mondo, sempre preoccupati di conoscere le persone giuste, ansiosi nel ben apparire davanti agli altri o maturi e liberi nella nostra profezia?

Cerchiamo di accogliere Gesù presente nella Parola, nei sacramenti e nella Chiesa. Siamo noi i profeti del nostro tempo affinché le persone possano scoprire il Dio della verità e dell'amore.

 

 

 

 

                                                                   P.Saturino da Costa Gomes, scj